Lana

Clic. Zzzzz. La luce della cucina emetteva un ronzio. Lana fece una smorfia. Con gli occhi socchiusi si diresse verso il fornello, afferrò la caffettiera e cominciò a svitarla. Una volta messo il caffè sul fuoco si lasciò cadere su una sedia e allungò le braccia verso un pacchetto di biscotti e il pc portatile.

Dopo aver sgranocchiato due frollini, essersi versata il caffè un po' in una tazzina un po' su una mano e avere imprecato più volte con le dita sotto l'acqua, si risedette davanti al computer e inserì la password per l'avvio.

Ventotto email. Non male, in sei ore. Tlin. Ventinove. Il capo. Cioè, non proprio il capo, ma quello che dava gli articoli da redigere in giornata. A che ora si era alzato?

Plip. Si aprì la chat sul bordo dello schermo. Era Eric:

Ehi, già in piedi? :) Come mai così mattiniera?

Mentre le dita battevano la risposta Lana scorse l'elenco delle email. Una era del padrone di casa. Merda, non oggi.

Plip. Giulia.

Ciao, bella! Allora, ci sei a pranzo? Ho bisogno di un consiglio…

Che pranzo? Sempre Giulia:

Hai letto l'email?

Una delle porte sul corridoio si aprì e ne uscì la coinquilina con lo sguardo torvo.

«Ciao…» azzardò Lana a mezza voce. La coinquilina si allontanò di qualche passo e si sbatté la porta del bagno alle spalle. Tlin. Trenta.

Lana cercò l'email di Giulia e nel frattempo diede un occhio agli articoli da scrivere. Un istante dopo aveva abbassato le spalle di diversi centimetri. Primo articolo: le nuove fotografie dell'erede al trono paparazzata in topless. Bevve un sorso di caffè.

Biip biip. Sul tavolo, poco dietro al computer, il cellulare lampeggiò. Tra il terzo e il quarto biip Lana aveva già premuto il pulsante per leggere l'sms. Gianna.

Che grandissimo stronzo! Questa volta lo mollo. Quando leggi chiama, please.

Io devo chiamare? Bah, come ha fatto a starci insieme fino ad ora lo sa solo lei. Secondo articolo: ventiduenne suicida per amore. Ecco, perfetto.

Scacciò con una manata una zanzara che le ronzava davanti agli occhi, buttò giù un altro po' di caffè e… Ah, sì. Giulia.

Doppio clic sull'email e Lana corrugò le sopracciglia davanti a una grossa foto di un gattino da adottare. Plip. Eric:

Che palle! Ancora due ore qui, non ne posso più!!!

Il cielo fuori si era schiarito; Lana raggiunse l'interruttore con un dito e luce e ronzio si spensero. Tornò a guardare l'email di Giulia. Dal bagno arrivò il rumore dello sciacquone e pochi istanti dopo la porta si riaprì. La coinquilina uscì e avanzò verso la cucina. Era riuscita a conservare l'identica espressione imbronciata.

Biip bi… Di nuovo Gianna.

Sto malissimo! È un vero bastardo. Chiamami appena leggi.

«Certo che pensare solo a te stessa è la tua specialità, non è così?» le giunse da dietro le spalle la voce della coinquilina. Voleva fare del sarcasmo? Si girò un poco per sbirciare verso il lavandino. Aveva la caffettiera vuota in mano. Nella tazzina appoggiata sul tavolo era rimasto solo un ultimo sorso.

«Scusa. Non pensavo ti alzassi presto». Plip. Eric.

Che stai facendo? :P

«Come se te ne sarebbe importato qualcosa». Rumori metallici nel lavabo.

Un occhio all'email di Giulia e uno agli articoli. Il terzo: dichiarazioni del cardinal Bockassa contro il finanziamento alle scuole pubbliche. Tlin. Trentuno. Plip. Tania:

ciao! che hai fatto poi ieri sera? ci si vede alle otto e mezza, ok?

Cazzo, fra meno di tre ore? Un movimento brusco alla sua sinistra.

«Ma porc… Levalo dal passaggio!» La coinquilina aveva incespicato sul cavo d'alimentazione del portatile. Essendo rimasta in piedi, lo spostò con una pedata. Plip. Plip. Tania:

ricordati di portare la fotocamera!

Giulia:

Ehi, ci sei?

Ultimi due articoli: si accettano proposte. Ok. Un respiro profon… Biip biip.

Lana prese in mano il cellulare e la tazzina di caffè. Mentre beveva aprì la schermata dell'sms, cominciò a mettere insieme qualche parola per il primo articolo alla tastiera del pc e con il quarto braccio scostò la sedia per far passare la coin…

Si svegliò di soprassalto nella stanza buia. Tastò le lenzuola intorno a sé. Sbuffò e fece ricadere la testa sul cuscino. Mentre calmava il respiro affannato si girò su un fianco e guardò la sveglia: le sei e venticinque. Tanto valeva alzarsi. Un ultimo lungo sospiro e si tirò su liberando le gambe da sotto al lenzuolo. Prese in mano il bicchiere d'acqua appoggiato sul comodino e ne bevve un sorso mentre si avvicinava alla cassettiera. Mise il bicchiere sul mobile e afferrò un grande asciugamano dal cassetto più basso. Andò verso la porta della camera e la aprì mentre con le due braccia inferiori si dava una grattatina alla schiena. Sorrise vedendo che dalla finestra della cucina si diffondeva già per la casa la luce dell'alb… Biip biip.

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